Tutti in bicicletta: nei centri benessere spesso è il mezzo che viene dato in dotazione per fare passeggiate ed escursioni nei dintorni, mentre in città ormai è sempre più utilizzata per spostarsi e i servizi di bike-sharing sono sempre più diffusi, anche se c’è ancora molto da fare per le piste ciclabili e la sicurezza per i ciclisti.
Una città per i ciclisti
Pensare che in Danimarca, forse il paese più bike-friendly d’Europa, si trova Aarhus, la prima città al mondo ad aver applicato un piano urbanistico a beneficio dei ciclisti, con 575 chilometri di piste ciclabili, segnaletica luminosa, zone di soste con pompa pneumatica e bici-barometro, punti di riparazione e parcheggi a due piani.
Pedalare un toccasana per la salute
Pedalare, infatti, non solo è ecologico, non fa rumore, non ingombra, ma fa molto bene alla salute: è un vero toccasana per l’attività cardiovascolare, perché irrobustisce il muscolo cardiaco, che può lavorare a una frequenza più bassa, producendo effetti benefici sulla pressione arteriosa. In più migliora la circolazione venosa e linfatica degli arti inferiori, proteggendo l’attività dei capillari, rassoda i muscoli e, dopo venti-venticinque minuti di attività regolare e costante, fa bruciare i grassi. Andare in bicicletta è anche molto glamourous. Non esiste griffe che non abbia firmato il proprio modello (Chanel, Hermès, Trussardi, Gucci per citare i marchi più famosi ) e la “velosofia”, che sarebbe il culto di vestire e accessoriare le biciclette, è uno degli ultimi trend. Levi’s ha lanciato i Commuter, i primi jeans da bicicletta (tessuto impermeabile con dettagli catarifrangenti e vita alta per evitare spiacevoli abbassamenti quando si pedala), e piacciono molto anche le bike-shoes.